Gli obiettivi: mettere a frutto l’unità delle aziende associate per il miglioramento qualitativo e la promozione del vino siciliano nel mondo.
Antonio Rallo è stato eletto alla Presidenza di Assovini Sicilia, lo storico sindacato di categoria del vino di qualità dell’isola, istituito nel 1998. Antonio Rallo, titolare di Donnafugata, già vice-presidente di Assovini, guiderà per il prossimo triennio l’associazione, avvalendosi della collaborazione di un consiglio direttivo che vede due vice-presidenti, Mariangela Cambria (Cottanera) e Francesco Ferreri (Valle dell’Acate) e i consiglieri Stefano Caruso (Caruso & Minini), Laurent Bernard De la Gatinais (Rapitalà), Alessio Planeta (Planeta), Alberto Tasca (Tasca d’Almerita).
A direttore è stato designato Giuseppe Christian Longo, già da sei anni responsabile dell’Area Sviluppo di Assovini. Trentaquattrenne, una laurea in Economia Aziendale e Master in “Management delle imprese vitivinicole” con esperienze lavorative in Inghilterra e Australia.
Un cambio generazionale che non modifica le strategie Assovini, piuttosto vuole raccogliere frutti ancora più importanti dopo il grande lavoro di semina che negli ultimi anni l’associazione ha svolto.
“Questa elezione – afferma il neopresidente Antonio Rallo – testimonia la volontà di proseguire l’impegno per un progetto di sviluppo condiviso della vitivinicoltura siciliana. Come Assovini continueremo ad esprimere un disegno di promozione del vino siciliano che ha il suo elemento fondativo nei territori di produzione e nel vissuto di esperienze imprenditoriali che si sono guadagnate un’ottima reputazione nel mondo. C’è molto da fare, ma partiamo da un consolidato importante: il patrimonio di autorevolezza che i produttori di Assovini, dai marchi più importanti sino alla più piccola azienda di nicchia, hanno saputo costruire nel tempo, anche grazie al lavoro dell’associazione e alla guida dei miei predecessori: mio padre Giacomo, Lucio Tasca e Diego Planeta. Nel mondo c’è voglia di Sicilia e di qualità e le aziende devono poter raccogliere questo potenziale, mettendo a frutto una storia enologica importante ma anche una propensione al futuro e alla modernità che oggi la Sicilia del Vino sempre più intende rappresentare”.
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