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DOC SICILIA? DONNAFUGATA:

La posizione di Giacomo Rallo a sostegno della riforma che pone obiettivi concreti di tutela e promozione del territorio.

 

Dopo aver dedicato una vita a combattere quello che lui definisce “il medioevo del vino siciliano”, e cioè il commercio allo stato sfuso di gran parte della produzione dell’isola verso altre regioni imbottigliatrici bisognose di migliorare la struttura dei loro vini, Giacomo Rallo si fa oggi più che mai portavoce di un movimento di riforma che tocca l’intera produzione vitivinicola isolana e che richiede con forza l’istituzione della DOC Sicilia.

“Un territorio così ricco di storia, cultura e vocazione viticola merita una protezione maggiore di quella che oggi è offerta ai produttori che fanno qualità e che guardano ad una pluralità di mercati. L’IGT Sicilia ha fatto il suo tempo – afferma Giacomo Rallo – seppur fondamentale nel far migrare parte dei nostri vini verso una maggiore qualità. Non è più accettabile che la quota del vino siciliano imbottigliato sia ancora intorno al 20% e che, su tutto il resto, possano innescarsi speculazioni di ogni sorta, contro il consumatore e contro chi produce e imbottiglia in Sicilia. Voltiamo pagina per dare più prospettiva a tutto il sistema, cercando di fare massa critica in una economia globale sempre più competitiva. Oggi godiamo del miracolo compiuto da poche imprese che hanno fatto guadagnare credibilità al vino siciliano nel mondo, è giunto il momento di coinvolgere tanti altri produttori, grandi e piccoli, che credono nel territorio e vogliono difenderlo creando lavoro, immagine e valore aggiunto. Anche questo può aiutare ad uscire dalla crisi congiunturale”.

Questa posizione è diventata maggioritaria tra i produttori, le associazioni di categoria, i sindacati. Si è già aperta la procedura che nel giro di pochi mesi avvierà la fase transitoria della DOC Sicilia che non manderà in soffitta le attuali denominazioni d’origine ma demanderà ai singoli consorzi la decisione: se aderire al nuovo disciplinare trasformando le attuali DOC in sottozona, oppure mantenere il vecchio disciplinare.

Ad andare in soffitta sarà invece la IGT Sicilia, ed è questa la principale preoccupazione di un minoritario fronte di indecisi, restii ad accettare questa rivoluzione che introduce nuovi e più elevati standard qualitativi.

La bozza di disciplinare su cui si lavora prevede infatti una riduzione significativa delle rese per ettaro – da 160 a 130 q.li per le uve bianche e da 160 a 120 per le rosse –  ma anche una più efficace regolamentazione degli uvaggi, una maggiore tracciabilità del prodotto e soprattutto l’obbligo di imbottigliamento sull’isola.

“Non possiamo cedere a discorsi emozionali sulla DOC Sicilia, dobbiamo concentrarci sui contenuti e sugli aspetti più concreti. La DOC Sicilia deve essere uno strumento-contenitore di scelte forti, dalla ricerca della qualità, alla lettura del mercato, alla promozione. Solo così – prosegue Giacomo Rallo – la nuova DOC potrà proiettare i valori di una terra con potenzialità straordinarie, non dimenticando che un grande vino nasce sempre in un territorio ricco di tradizioni, paesaggio e natura. La nostra esperienza a Donnafugata ci conferma che il vino è un prodotto aggregante dei valori del territorio; l’istituzione di una DOC complessiva finisce per proporre, oltre alla qualità del vino, le qualità identitarie del territorio, richiamando nuovi flussi di turismo più consapevole, attento alle mete e rispettoso del patrimonio materiale e immateriale della nostra isola”.

Notevole sarà l’impatto sulle strategie di promozione e informazione del vino siciliano, garantendo, da un lato, una visione comune della Sicilia del vino di qualità spendibile su tutti i mercati e, dall’altro, una effettiva tutela del consumatore che potrà riconoscere appieno il valore del prodotto siciliano, la sua serietà produttiva e la vocazione dei territori di produzione.

 

 

Ufficio Stampa: Nando Calaciura [email protected] cell. 338 3229837
Pubbliche Relazioni: Baldo M. Palermo [email protected] tel. 0923 724226

  • Com_St_2009_03_19_DocSicilia_ITA.pdf
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