Ben Ryé, il Passito di Pantelleria prodotto da Donnafugata, è il protagonista di un grande reportage pubblicato dalla prestigiosa testata statunitense.Uno straordinario riconoscimento al vino icona della viticoltura eroica di Pantelleria.
E’ un Ben Ryè stellare quello tratteggiato da Monica Larner, attraverso una degustazione di ben 22 annate della prestigiosa etichetta di Donnafugata.
La giornalista americana, responsabile per l’Italia della testata The Wine Advocate fondata e diretta dal critico Robert Parker, ha così avuto modo di realizzare un reportage senza precedenti per un vino dolce italiano.
In assaggio tutte le annate disponibili del prodigioso Ben Ryé, rappresentative di un quarto di secolo di impegno produttivo: dalla prima, quella del 1989 a quella a breve sul mercato, la 2013.
Da vertigine i punteggi ottenuti da quasi tutte le bottiglie degustate, tra cui spiccano tre annate con 95/100 (1992, 2005 e 2006), il 96/100 attribuito al 2010, e il 97/100 al 2008. Svetta infine un superlativo 98/100 al Ben Ryé annata 2001, “un vino da knockout, che rappresenta il vertice della qualità per un vino dolce. Da bere fino al 2045.”
Il caveau di Donnafugata si era aperto ad aprile del 2015, rendendo disponibile un tesoro di bottiglie alcune delle quali ormai introvabili, e gelosamente conservate nelle cantine storiche dell’azienda a Marsala.
Il servizio giornalistico appena pubblicato su www.erobertparker.com, racconta l’epopea di un’azienda che ha creduto sino in fondo al valore della viticoltura eroica di Pantelleria.
Un’isola dove, a condizioni estreme quali il vento incessante e i terreni in forte pendenza, la sapienza secolare del contadino pantesco ha risposto con i terrazzamenti, i muretti a secco e la pratica agricola della vite ad alberello, recentemente riconosciuta patrimonio Unesco.
Visitando l’isola più volte, esplorando i vigneti di Zibibbo e le tecniche di produzione del Passito di Pantelleria, Monica Larner ha colto il valore profondo di una filosofia produttiva che ha avuto in Giacomo Rallo, fondatore di Donnafugata, il suo pioniere: produrre un vino dolce naturale di grande concentrazione e ricchezza aromatica, che avesse anche una sorprendente freschezza ed eleganza.
Nasce così il Ben Ryé – dall’arabo figlio del vento – la cui longevità e costanza qualitativa evidenziate dal reportage, permettono di inserirlo ai vertici dei più grandi vini dolci del mondo insieme ai migliori Sauternes francesi, Tokaji ungheresi e Icewine.
Nel suo servizio la giornalista americana, che vive in Italia dall’età di 11 anni, riconosce anche di avere una predilezione per la Sicilia a cui recentemente ha dedicato una Love Letter raccontando come proprio qui abbia mosso i primi passi della propria folgorante carriera che l’ha portata a raccontare l’Italia ad una platea di milioni di wine-lovers nel mondo.
Antonio Rallo wine-maker e quinta generazione di questa storica famiglia del vino, afferma: “Non avevamo mai realizzato una degustazione così completa; la straordinaria longevità delle annate più vecchie ha superato le nostre migliori aspettative. Il Ben Ryé è un vino che riesce sempre ad emozionarci e a ripagare tutte le nostre fatiche.”
“Accogliamo questi riconoscimenti con grande gioia – dichiara José Rallo, volto e voce di Donnafugata – e sentiamo tutta la responsabilità di dover continuare ad impegnarci per onorarli.”
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