Coltiviamo i nostri vigneti in contesti molto diversi, valorizzando le straordinarie potenzialità dell’isola. Dai terreni a picco sul mare, a quelli collinari, fino a quelli di montagna, la Sicilia può vantare oltre 70 varietà autoctone e una pluralità di climi straordinari
Nei nostri vigneti, interpretiamo queste diversità puntando al miglior abbinamento tra terroir e vitigni: dalle tenute della Sicilia occidentale di Contessa Entellina e dell’isola vulcanica di Pantelleria, alla Sicilia orientale con le tenute di Vittoria (Acate) e dell’Etna, il vulcano attivo più alto d’Europa
Le cantine di vinificazione ed affinamento
Ettari di vigneto tra Contessa Entellina, Pantelleria, Vittoria ed Etna
Contrade, ognuna con caratteristiche uniche
Varietà autoctone in produzione
Nel 2009 a Contessa Entellina abbiamo piantato un campo sperimentale con 19 differenti varietà autoctone, per un totale di 30 biotipi; una scelta che ci ha permesso di coltivare il Nocera, una varietà reliquia che oggi completa il blend di alcuni dei nostri vini. Nel 2010 a Pantelleria abbiamo impiantato 33 biotipi di Zibibbo, provenienti da diverse aree del Mediterraneo con l’obiettivo di individuare quei cloni che esprimano al meglio il potenziale viticolo ed enologico nel contesto dell’isola di Pantelleria
La nostra storia ha inizio sulle colline di Contessa Entellina
Il nome Donnafugata, scelto da Gabriella e ispirato al Gattopardo di Tomasi di Lampedusa, significa “donna in fuga” e si riferisce alla storia della regina Maria Carolina, consorte di Ferdinando IV di Borbone, che trovò rifugio a Contessa Entellina, là dove sorgono i vigneti aziendali. Un territorio letterario quello dove inizia la nostra avventura: fu infatti lo stesso scrittore ad indicare con il nome Donnafugata i possedimenti del principe di Salina
Un nome che rivela una storia
Donnafugata non è soltanto il nostro nome ma anche la storia di Gabriella, la fondatrice dell’azienda insieme al marito Giacomo. Una vicenda che ha ispirato il nostro logo: il volto di una donna con i capelli al vento, lo stesso di Gabriella, la “donna-fugata” che ha scelto di dedicarsi al mondo del vino diventando pioniera della viticoltura di qualità al femminile