Tostate leggermente i pistacchi e tritateli quanto più finemente possibile; aggiungeteli al latte riscaldato e lasciateli in infusione per mezz’ora. Con una frusta sbattete i tuorli con lo zucchero fino a renderli cremosi. Unite il composto di latte e pistacchi e la vaniglia. Mettete il composto sul fuoco rigirandolo continuamente e tenendo la fiamma molto bassa per evitare l’ebollizione. Appena il composto comincia ad addensarsi aggiungete la panna, fate amalgamare e versate nella gelatiera.
Curiosità
A preparare questo gelato per il Giardino di Bacco, è il signor Massimo Caraci del bar Roma di Bronte. I pistacchi coltivati nel territorio di questo paese, situato nel versante occidentale dell’Etna, sono rinomati per la loro eccellente qualità, tanto che per favorirne la conoscenza e la commercializzazione è nato un Presidio Slow Food. Tradizionalmente usato in Sicilia per molteplici preparazioni dolciarie, il pistacchio è chiamato anche col termine dialettale di fastùca, probabilmente dall’arabo fòstak. La coltivazione del pistacchio non è semplice, poiché necessita di un particolare innesto della Pistacia vera sull’albero selvatico terebinto (Pistacia terebinthus) detto anche scornabecco. Da qui l’espressione popolare éssiri comu la fastùca e lu scornabéccu, per indicare due persone che amano stare sempre vicino.
Un dessert dall’animo siciliano, in cui il sapore deciso del pistacchio di Bronte, si abbina perfettamente con le note dolci e aromatiche del Ben Ryè o del Kabir: il Passito e il Moscato di Donnafugata prodotti a Pantelleria da uve di Zibibbo.